Da un po’ di tempo avevo in mente di realizzare un prototipo di contenitore ermetico sottovuoto con caratteristiche particolari. L’idea non è nuova in assoluto, ma la crisi energetica che ci apprestiamo a vivere ha dato la spinta giusta alla mia intuizione.
Com’è noto esistono in commercio svariati set di contenitori ermetici per alimenti nei quali è possibile creare una buona percentuale di vuoto per prolungare la durata dei cibi, mediante pompette elettriche alimentate a batterie; vale a dire ausili elettronici che utilizzano energia prodotta altrove e poi trasferita e immagazzinata in pile o accumulatori che fanno poi funzionare questi piccoli elettrodomestici…
Questo diventa quindi un dispendio di energia che può sembrare piccola cosa, per singoli dispositivi, ma che va sommata a quella consumata da tutti gli altri strumenti energivori e ha quindi un suo peso nell’economia di tante famiglie!!
Onde contribuire alla auspicabile e generalizzata riduzione dei consumi, volta anche ad innegabili benefici per il nostro Pianeta, da buon ecologista ho chiesto ancora una volta aiuto alla mia amata fisica, che mi è venuta incontro facendomi tornare alla mente un suo principio applicato da sempre ad un oggetto tanto efficiente quanto antico: il mantice
Questo soffiatore, che serviva per attivare il fuoco delle fucine, si presenta come una sacca impermeabile all’aria e sigillata su due ripiani più o meno triangolari che ne delimitano il volume; uno dei due presenta un foro munito di valvola da cui, mediante loro divaricazione, aspira l’aria dall’atmosfera e la emette dal vertice dell’attrezzo attraverso la compressione dei medesimi.
Il meccanismo è semplice quanto geniale: la valvola è fissata sul foro internamente al ripiano su tre lati mentre il quarto è libero per far defluire l’aria: quando si divaricano le maniglie (vedi foto allegate) all’interno della sacca si crea una depressione che le fa immagazzinare aria; al contrario quando le maniglie si stringono, il gas schiaccia la valvola che si chiude, cosicché l’aria è obbligata ad andare in una sola direzione, che è quella di uscita del foro praticato nel vertice.
Ho perciò realizzato un adeguato mantice in gomma siliconica perfettamente funzionante e l’ho inserito, fissandolo, tra i due nuovi coperchi del contenitore: l’inferiore ha un foro combaciante con quello del mantice e la sua funzione è sopra descritta; il superiore, invece, ha un duplice scopo: serve a “movimentare” su e giù lo stesso mediante una comoda linguetta e, allorquando l’operazione vuoto è terminata, viene bloccato da un cursore ad incastro e risulta così appiattito per non occupare spazio, sigillando di fatto la valvola per mantenere il vuoto.
NOTA nel caso specifico, per ottimizzare il funzionamento del mantice, ho aggiunto una seconda valvola nel foro di uscita in modo tale che, quando si aspira l’aria, la valvola principale si apre mentre, contemporaneamente, quella apicale si chiude così che l’otre contenga esclusivamente l’aria del box da espellere.
La funzione innovativa del mio prodotto sta nella quantità di aria che si riesce ad estrarre dall’interno del contenitore, di molto superiore a quelle manuali già conosciute e senza necessità di alcuna alimentazione esterna artificiale.